GESÙ, GNOSTICISMO E REINCARNAZIONE

Lettura dei testi gnostici di Nag Hammadi



Il Logos infatti, conosce l’accordo dei due ordini nella brama di potere: a costoro e a tutti gli altri concesse con liberalità la loro brama; diede a ciascuno l’ordine che gli spetta. Comandò che ognuno sia arconte di un luogo e di un’attività lasciando il posto a quello che gli è superiore, comandi agli altri luoghi nell’attività che fa parte della sorte toccatagli, e la detenga in modo che coloro i quali comandano abbiano degli inferiori nelle dominazioni e nelle sudditanze tra gli angeli e gli arcangeli, trattandosi di attività diverse e svariate.

Essendo stato accreditato per l’”economia”, ogni arconte con la sua stirpe e la dignità toccatagli in sorte, in conformità del modo in cui apparve, esercitava la sua vigilanza: nessuno era senza comando, nessuno senza regalità. Dai confini del cielo ai confini della terra, fino ai limiti estremi della terra e dei luoghi sotterranei, ci sono re, ci sono signori, e ci sono coloro che essi comandano: certuni allo scopo di applicare i castighi, altri per giudicare, altri per dare riposo e guarire; altri per insegnare, altri per esercitare la vigilanza.


Pose un arconte al di sopra di tutte le immagini: nessuno lo comanda, essendo egli il signore di tutti, cioè la “forma di manifestazione” che il Logos, con il suo pensiero, produsse a somiglianza del Padre dei tutti. Perciò, egli si fregia di tutti i nomi che sono immagine di lui, essendo quello di tutte le virtù e di tutti gli onori. Perciò pure è detto “padre”, “dio”, “demiurgo”, “re”, “giudice”, “luogo”, “dimora” e “legge”. […] Egli stabilì un riposo per coloro che gli obbediscono, e castighi per coloro che, al contrario, non gli obbediscono.


Nel Trattato Tripartito, nel capitolo dedicato all’Organizzazione (economia) dell’Universo, dei Codici di Nag Hammadi, troviamo scritto quanto sopra. Ossia, che esiste un’intera organizzazione di arconti, forgiati dal volere del Logos, che esercita un severo controllo e una funzione di giudizio. In altri testi gnostici, come ad esempio nell’Apocrifo di Giovanni, viene narrata la nascita del Regno del Male, governato dal Demiurgo e dagli Arconti, anteposto alla creazione originale e divina, nei seguenti modi:


Accadde che il regno (eone) della Saggezza (Sophia), del pensiero concettuale (Epinoia), cominciò a pensare a se stessa utilizzando il Pensiero (Enthymesis) e la Preconoscenza (Prognosis) dell’Invisibile Spirito. Lei aveva intenzione di rivelare un’immagine di se stessa e di farlo senza il consenso dello Spirito, senza l’assistenza della sua gentile controparte maschile, che non approvava. Senza il consenso dell’Invisibile Spirito, senza la conoscenza del suo cavaliere, lo portò in vita. Perché lei aveva un’invincibile potenza e il suo pensiero non fu improduttivo. Qualcosa d’imperfetto e con aspetto differente uscì da Lei. Perché lei l’aveva creato, senza il consenso della sua controparte maschile, dando così origine a un essere deforme a differenza di se stessa. Sophia vide che il suo desiderio era stato realizzato. Così lo trasformò in un drago con la testa di un leone e con gli occhi che emettevano fulmini scintillanti. Poi lo gettò lontano da Lei, al di fuori del regno degli esseri immortali in modo tale da non vederlo più.


Lei lo aveva creato con ignoranza.

Sophia lo circondò con una nube brillante, poi mise un trono nella parte centrale della nube in modo che nessuno l’avrebbe visto ad eccezione per lo Spirito Santo chiamato Madre dei viventi. Lei lo chiamò Yaldabaoth. Divenne il capo degli Arconti, egli assunse un grande potere da sua madre. E poi la lasciò e si allontanò dal suo luogo di nascita. Egli assunse il comando, creò dei regni per se stesso con una fiamma brillante che continua tuttora ad esistere. Yadabaoth si unì con Leggerezza (Aponoia) dentro di lui.


Egli, auto proclamatosi autorità, generò dei regni, ispirandosi così agli incorruttibili dei regni superiori […]. Creò i primi sette arconti per regnare nelle sette sfere del cielo. Creò poi i successivi cinque sovrani per regnare nelle cinque profondità degli abissi.


Egli divise una parte del suo fuoco con loro, ma non condivise il potere della Luce che aveva ricevuto da sua madre. Egli è l’ignorante oscurità. […] Egli disse “Io sono Dio, e non c’è Dio all’infuori di me”, poiché egli non sapeva da dove il suo stesso potere ebbe origine.


Insomma viene narrato che qualche fenomeno primordiale diede origine a questo essere oscuro, qui chiamato Yaldabaoth (e anche Saklas e Samael), che noi chiameremo per convenienza Demiurgo, che si antepose alla creazione originale voluta da Dio Spirito Santo, la Luce Originale, e fondò i suoi regni, governando sugli arconti, da lui stesso generati. Vediamo che cos’altro dicono questi testi, antichi di migliaia di anni.


Yaldabaoth modellò la sua creazione basandosi sugli schemi dei regni originali sopra di lui in modo che possano essere altrettanto simili ai regni indistruttibili. Non che egli avesse mai visto quelli indistruttibili. Piuttosto il suo potere, derivante da sua madre, lo informò dello schema del cosmo di cui sopra. E quando egli contemplò la sua creazione che lo circondava, disse al suo ospite di demoni, quelli che erano usciti fuori da lui: “Io sono un Dio geloso e non c’è Dio all’infuori di me!”.


Ma nonostante ciò egli ammise ai suoi demoni che effettivamente c’è un altro Dio. Anche perché se non ci fosse nessun altro Dio che senso avrebbe essere geloso? Nel Trattato Tripartito viene dunque descritto come il Demiurgo proveniente dalla Fonte Oscura, modellò i regni inferiori secondo gli schemi dei regni superiori. Questo modello sottostà ad un principio Ermetico, quello della Corrispondenza: come in alto, così in basso; come dentro, così fuori. I testi e i paragrafi che ripetono quanto detto fin qui sono numerosi.


Al fine di proseguire l’indagine sugli Arconti e sui metodi che ci sono stati dati nell’antichità per scampare alle loro persecuzioni e angherie, vediamo quanto segue:


Egli [Gesù] rispose: “Se lo Spirito discende nelle persone essi saranno trasformati e salvati. La potenza discende su tutti e, senza di essa, nessuno può ancora resistere. Dopo la loro nascita, se lo Spirito della Vita aumenta in loro, il potere viene a loro e le anime vengono rafforzate. Nulla quindi può lasciare a loro lo smarrimento nella malvagità. Ma se lo spirito artificiale entra nelle persone, allora li conduce fuori strada”.


Qui, Gesù interrogato sulle questioni dell’anima, risponde che è necessario coltivare la disciplina dello Spirito, rafforzare lo Spirito, altrimenti lo spirito artificiale, ossia i parassiti degli arconti che si installano nella nostra mente, ci conducono all’ignorante malvagità.


Poi gli chiesi: “Signore, quando le anime escono dalla carne dove vanno?” Egli rispose sorridendo: “Se l’anima è forte, ha più potere di quanto non abbia lo spirito artificiale e così fugge dalla sua malvagità. Con l’aiuto dell’Incorruttibile Uno tale anima viene salvata e raggiunge il riposo eterno.”


Successivamente gli chiesi: “Signore, in quanto le anime delle persone che non sanno la cui gente dove si trovano? Dove vanno?” Egli rispose: “In queste persone lo spirito artificiale si è sviluppato fortemente andando così fuori strada. La loro anima viene oppressa, presentata alla malvagità, e gettata nell’oblio. Quando esce dal corpo, tale anima viene resa alle potenze create dai governanti, legata nelle catene, e gettata nella prigione. Gira e intorno ad essa va fino a quando non riesce a liberarsi dell’oblio attraverso la conoscenza. E così, alla fine, diventa perfetta e viene salvata.”

Quindi gli chiesi: “Signore, come fa l’anima a ridursi in modo tale da essere in grado di entrare in sua madre o in un uomo?” Fu felice della mia richiesta e disse: “Tu sei veramente benedetto perché hai compreso. L’anima deve essere guidata da un altro cioè lo Spirito della Vita. Essa sarà salvata mediante tale mezzo e di conseguenza non sarà necessario entrare in un nuovo corpo.”

Ed io dissi: “Che cosa succede alle anime delle persone che hanno raggiunto la vera conoscenza, ma che si sono allontanate da essa?”

Egli mi disse: “I Demoni della povertà li condurranno in un posto dove non c’è possibilità di pentimento. Vi resteranno fino al momento in cui coloro che bestemmiarono contro lo Spirito Santo saranno torturate e sottoposte a punizioni eterne.”

Dunque nella Rivelazione Segreta di Giovanni, Gesù non fa giri di parole quando ammonisce sui peccati che pagherà l’anima, qualora l’uomo non comprenda che è necessario vivere in seno alla bontà divina luminosa, anziché cedere alle tentazioni del mondo materiale. Un elemento curioso che mi preme sottolineare, è il fatto che la reincarnazione viene affrontata come un fatto ovvio, lo trovo curioso in virtù del fatto che la Religione Cristiana abbia abolito questo concetto dalla sua Dottrina.


Il Salvatore rispose e disse: “In verità vi dico che chi ascolta la vostra parola e si allontana con il viso deridente e riderà di queste cose, in verità vi dico che sarà consegnato al Sovrano Arconte superiore che regna su tutti i poteri, come il loro re; e colui che si volterà, lo getteranno dal cielo verso l’abisso, e sarà imprigionato in un luogo angusto e buio. Inoltre, egli non potrà né girarsi né muoversi a causa della grande profondità del Tartaros e la pesante amarezza dell’Ade. […] Se fuggirà verso l’occidente, troverà il fuoco. Se girerà verso il basso, lo troverà anche lì. Se si girerà verso l’alto, incontrerà di nuovo la minaccia del fuoco che ribolle. 


Tuttavia, non troverà la strada verso oriente in modo da fuggire e salvarsi, perché nel giorno in cui era nel corpo, non ha trovato modo di poter trovare salvezza per il giorno del giudizio.”


Sostengo che nulla sia più importante che utilizzare questa vita come esercitazione alla salvezza, trovare la Moksha, scappare dalla Matrix, dopo l’esilio nella materia in cui ci troviamo, dovrebbe essere il tema centrale di ogni essere umano. Il tema centrale di questo libro è proprio questo: come andarsene da qui. Gesù, il più grande Maestro della specie umana, diede delle istruzioni, e la mia più grande speranza riguardo questo libro non è di venderlo nei quattro angoli del mondo, bensì che queste istruzioni vengano realmente comprese da chi può comprenderle, e inserite in un più ampio contesto strategico.


Dobbiamo abituarci all’idea di dove siamo realmente e di che cosa ci aspetta ancora, perché ho già ben constatato da me, viaggiando e interrogando uomini di tutto il mondo, quanto sia distante la collettiva comprensione da questo cardine. La strategia dell’Operazione Moksha dovrebbe a mio parere, costituire il principale impegno di ogni essere umano dotato di un’anima. Comprendere che l'unica salvezza possibile è uscire di qui, dovrebbe essere il tema centrale dellavita di un uomo.


Il Signore allora gli disse: Giacomo, ecco che io ti rivelerò la tua salvezza.

Quando ti cattureranno e patirai queste sofferenze, una folla si armerà contro di te per catturarti. Soprattutto tre di loro ti cattureranno: costoro siedono come gabellieri e non soltanto esigono il tributo, ma rapiscono con violenza anche le anime. Quando cadrai in loro potere, uno di essi, la loro guardia, ti domanderà: “Chi sei tu e donde vieni?”. Tu risponderai: “Io sono un figlio e provengo dal Padre”. Egli ti dirà: “Chi sei figlio tu e da quale padre provieni?”. Tu gli risponderai: “Io provengo dal Padre preesistente, e sono un figlio che è dal Preesistente.”

Allorché ti dirà: “Perché sei stato mandato?”.

Risponderai: “Sono venuto per vedere, le cose che sono mie, e tutte quelle che

sono a me estranee.”

Egli ti domanderà: “Per te tutto questo è estraneo?”.

Tu risponderai: “No, non è interamente estraneo, ma proviene da Achamòth, cioè dalla femmina. È lei che lo ha creato allorché trasse giù questa stirpe dal Preesistente. Perciò essa non è estranea, ma è nostra. È nostra perché colei che è signora su di esso proviene dal Preesistente. Ma contemporaneamente ciò è estraneo perché il Preesistente non ebbe alcuna comunione con lei, quando lei si accingeva a creare”. 


Allorché egli ti domanderà ancora: “Dove vuoi andare?”. Tu devi rispondere: “Al luogo donde sono venuto, là io voglio ritornare.” Se tu risponderai così, sfuggirai ai loro assalti. Ma se cadi nelle mani dei tre violenti che portano via violentemente le anime in quel luogo, tu dirai loro: “Io sono un vaso assai più prezioso della femmina che vi fece. La sua radice. Voi pure, da parte vostra, sarete sobri. Ma io invocherò l’intramontabile conoscenza, cioè Sofia, la quale si trova nel Padre ed è la madre di Achamòth. 


Achamòth non ebbe un padre nè ebbe un compagno maschio, poiché essa è sola, ed è nell’ignoranza di tutto ciò riguarda la vita e l’opera di sua Madre, la quale pensava di essere sola. Ma io griderò verso sua Madre. Allora essi resteranno confusi, biasimeranno la loro radice e della loro madre. Tu invece salirai a ciò che è tuo, il Preesistente Uno.




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